Energia Yang…
…Le Soleil è la massima espressione dell’energia maschile, quindi massima espressione dell’aspetto Yang dell’energia.
Integrando anche questo aspetto siamo pronti per rinascere (Le Iugement), e congiungersi con la parte più alta di noi (Le Monde).
Le Soleil ci guarda dritto negli occhi, come La Justice e l’angelo di Le Iugement. E’ simbolo di vita, di amore, è l’archetipo del Padre cosmico, è il padrone dei cieli, fonte di calore e luce e dà la vita a tutte le creature.
E’ anche il simbolo della felicità essendo la sua luce diretta ed inequivocabile, un bene per il quale non valgono ne denaro, ne tesori, un dono divino al quale tutti aspirano.
La felicità è uno stato d’essere interiore e dovremmo cercare dei sistemi, delle azioni, delle modalità di comportamento che ci permettono di mantenere la nostra “asticella” della felicità sempre ad un livello, ovviamente, più alto possibile.
In questo l’attività fisica è fondamentale, quando si finisce una gara particolarmente dura, o come dicevamo per la Carta de La Lune, quando si supera un esame particolarmente importante.
La differenza che voglio sottolineare prendendo spunto dalla conseguenzialità dei due Arcani, La Lune e Le Soleil, è l’aspetto interiore Yin di La Lune e l’aspetto esteriore Yang, de Le Soleil, sempre legato all’attività fisica.
La Lune, aspetto Yin, interiore e profondo, lo troviamo in quello che ho scritto nell’articolo che la descriveva, quindi si parla di un’emozione che nasce molto spesso da un’azione personale, in cui la vivi su aspetti difficilmente descrivibili e sovrapponibili per il semplice motivo che sono esclusivamente tuoi, nati da una tua azione in solitaria e potrebbe anche essere vissuta senza apparenti manifestazioni esterne, nell’articolo su di essa è spiegato benissimo.
Nel Le Soleil, aspetto Yang, esteriore e più in superfice, troviamo un emozione che esplode verso l’esterno, manifesta e con la possibilità di essere condivisa in gruppo, non a caso,
nell’Arcano si vedono due figure che sembrano darsi aiuto reciproco, il muro di mattoni alle loro spalle denota intenti comuni, senza divisioni, dalla stessa parte del muro.
Riportando ciò nell’attività fisica, in questo caso nella corsa, troviamo questi episodi quando con i tuoi compagni di squadra ti “batti il cinque” prima della partenza, o nella rituale foto di gruppo che abbiamo l’abitudine di fare. Oppure in gare non troppo lunghe aspettarsi in prossimità dell’arrivo per tagliare insieme il traguardo!
Tornando all’aspetto di Le Soleil e nella sua espressione di felicità posso dire che avere cura del proprio stato di benessere e della propria salute significa anche amare il prossimo, e, senza andare troppo lontano o perdersi in concetti filosofici estremi, lo possiamo identificare anche con l’amore verso le persone a noi più vicine (moglie, marito, figli, amici, colleghi, compagni di squadra, ecc…).
Nella Riflessologia Plantare questa sensazione la provo, per esempio, quando consegno gli attestati di fine programma ai corsisti. Ci troviamo in una condivisione comune, felici per
essere arrivati alla fine del percorso, per tutti c’è la prospettiva di iniziare una nuova professione, un nuovo cammino professionale. E dal 2004 che pratico ed insegno Riflessologia Plantare e noto, con piacere, quanto l’insegnamento mi abbia fatto crescere, e non mi riferisco solo alla Riflessologia Plantare, ma ciò è inevitabile ed è il fantastico scambio che si ha tra docente e corsisti.
La sinergia che si crea durante lo svolgimento dei corsi è sempre diversa, semplicemente perché ognuno è un universo a se, non sovrapponibile ed unico. Un messaggio molto importante che passo alla fine di ogni corso è il concetto di “strumento”. Porto il famoso esempio del coltello, il coltello è lo strumento, si può usare per tagliare il pane e condividere un pasto o per uccidere, è sempre a discrezione di chi lo usa.
Io passo lo “strumento” della Riflessologia Plantare con immenso amore e fiducia e quando consegno un attestato questa cosa si evince.
Poi l’uso che ne fa il corsista è legato alla sua sensibilità, coscienza ed amore per il prossimo.
Sempre a fine corso, mostro ai neo Riflessologi il mio attestato di Riflessologia Plantare preso nel 2004, e gli racconto brevemente l’evoluzione.
Il peso “qualitativo”, “giuridico”, di “prestigioso”, di “riconoscimento”, ecc… del mio attestato è rigorosamente identico a quello che hanno loro. Del mio ne ho fatto una professione e nulla può impedire loro di fare altrettanto, dipende solo ed esclusivamente da loro e da come vogliono utilizzare lo “strumento” che con amore gli ho trasmesso.
Integrato lo Yin e lo Yang siamo pronti per una nuova vita, espressa nell’Arcano successivo, Le Iugement!!
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